Riconsegno quindi l’improbabile 126 e via: ancora pullman e ancora notte, sotto una luna tonda tonda che illumina ognicosa contornando il paesaggio come sagome di cartone nel controluce di un teatro delle ombre.
Questa volta i miei compagni peregrini sono per lo più spagnoli, anche loro giunti sin qui a portare quel poco di euro che la crisi della moneta unica consente, incentivando l’ingresso nella nostra zona monetaria della patria fondata dal mitico Atatürk (fu il primo presidente e fondatore della Repubblica Turca e il suo popolo lo commemora con grandi foto sparse qua e là per il territorio che lo ritraggono sempre elegantissimo con smoking, mantella e cilindro -tanto che all'inizio, nella mia ignoranza, credevo fosse Fred Astaire, testimonial di qualche a me incomprensibile pubblicità... beata ignoranza che fa fare belle piroette alla fantasia!); anche se, dopo una lunga pressione, visto come vanno le cose, ora la Turchia sembra molto meno ansiosa di far parte del vecchio continente, e poi, a ben vedere, l’esperienza di 'sti giorni, mostra che qui l’euro (inteso come moneta) è radicato quanto nella tradizionale Europa, tanto che se con la locale lira acquisti spezie, frutta secca e minchiate simili, poi per rent car, hotel e, insomma, spese un po’ più ingenti, i prezzi sono solo in euri...
Ma ecco il sole che alza il sipario sul nuovo giorno mentre il cartello annuncia Cirali, la mia destinazione...
Ma ecco il sole che alza il sipario sul nuovo giorno mentre il cartello annuncia Cirali, la mia destinazione...